lunedì 25 agosto 2008

Formicoso, musica contro la discarica (una settimana dopo)

Una grandissima serata di musica, che ha visto alternarsi sul palco diverse band locali e si è conclusa con la performance di Vinicio Capossela, per dire no alla discarica.
Qualche anno fa l'avremmo definito un posto vuoto e dimenticato, e invece oggi non possiamo che sottolineare che è un posto pieno. Pieno di grano, di allevamenti, di spazi, di aria, di luce (beni che non sono scontati anzi altrove scarseggiano). Il vento che sferza da ogni lato l'altopiano diventa energia pulita attraverso le pale eoliche.
Chi afferma che un altro mondo è possibile non ha bisogno di guardare troppo lontano.
Altro che discarica!

sabato 16 agosto 2008

Emozioni leggendo (o rileggendo) Cesare Pavese

da La bella estate:
"A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era cosí bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravano ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all'improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare camminare fino ai prati e fin dietro le colline. – Siete sane, siete giovani, – dicevano, – siete ragazze, non avete pensieri, si capisce –. Eppure una di loro, quella Tina che era uscita zoppa dall'ospedale e in casa non aveva da mangiare, anche lei rideva per niente, e una sera, trottando dietro gli altri, si era fermata e si era messa a piangere perché dormire era una stupidaggine e rubava tempo all'allegria."

da La luna e i falò:
"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti."

"- Che cos'è questa valle per una famiglia che viene dal mare, che non sappia niente della luna e dei falò? Bisogna averci fatto le ossa, averla nelle ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne..."

da La casa in collina:
"Già in altri tempi si diceva la collina come avremmo detto il mare o la boscaglia. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere. Per esempio, non vedevo differenza tra quelle colline e queste antiche dove giocai bambino e adesso vivo: sempre un terreno accidentato e serpeggiante, coltivato e selvatico, sempre strade, cascine e burroni."

martedì 12 agosto 2008

Come numeri primi

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo più in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.
(...) Mattia pensava che lui e Alice erano due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l'aveva mai detto.

(Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi)

lunedì 11 agosto 2008

Un pomeriggio a Conza Vecchia


"E' un paese senza automobili e senza televisori. C'è una chiesa senza altare e senza tetto, ci sono case chiuse e altre squarciate (..). Non è un viaggio, è un'ascensione (..). Salgo verso un campo sportivo che ha porte arrugginite e senza rete, un campo senza linee e senza pallone. Vado a vedere una partita che non c'è. Vicino al campo c'è quello che una volta era un parco giochi, c'è una fontana senz'acqua, uno scivolo in cui non scivola neppure una foglia, ci sono alcune panchine che prendono il sole e la pioggia.
Non sto parlando di un posto per turisti e se qualcuno arriva qui come turista direi che ha sbagliato meta. Questo è un luogo per chi ha due minuti di vita fra le dita, uno per sé e l'altro per il mondo, un posto per chi sente l'urgenza di allontanarsi da tutto ed avvicinarsi a tutto
."

(F.Arminio, Vento forte tra Lacedonia e Candela)